Non il solito contrasto tra ombre e luci, non l'improbabile convivenza tra il territorio in cui si vive ed il proprio "territorio" interiore son da trovare soltanto in questi versi di Beatriz Hernanz, se la materia del suo poetare si estende in lungo e in largo attraverso parole fresche e accattivanti che, in seno a un certo equilibrio costruttivo, sembrano acquisire una nuova natalita ed una diversa rappresentazione scenica. I paesaggi sono chiari e affabulanti, e vanno ad occupare quegli spazi che l'anima concede alle meraviglie e agli stupori, come in una continua connessione con quel discutibile fondo del "quotidiano" che, grazie all'autrice, riesce a tramutarsi poi in trascendenza.Interessante risulta pure il confronto ed il rapportarsi con la memoria e con le inevitabili defluenze del passato, sia essa memoria letteraria, storica oppure prettamente individuale. Da tutto cio scaturisce una poesia fortemente vitale che fa bene agli occhi e al cuore, permeata da un forte sentimento che, in definitiva, va a consistere in una confessione d'amore.